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venerdì 29 ottobre 2010

Winx Club 3D Magica Avventura

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2010
regia : Iginio Straffi


Piccola sorpresa del festival, fuori concorso per la sezione di Alice nella città.
Winx club, torna sul grande schermo dopo il primo episodio passato in sordina, questo secondo capitolo indaga sul raggiungimento dell'indipendenza e della formazione personale delle protagoniste che da ex allieve cercano la loro realizzazione.
Un prodotto interamente italiano, Straffi soprattutto durante la conferenza stampa si è mostrato orgoglioso, forse peccando un po di poca modestia, sulla paternità del progetto Winx, spiegando come si preannunciano grandi cose per queste fatine.
La tecnica 3D muove ancora i primi passi nella produzione italiana, nonostante tutto ciò si rimane piacevolmente colpiti dall'uso sfrontato di questa tecnica, ora così in voga. L'inizio del film colpisce proprio per questo, il 3D diventa un elemento chiave che porta adulti e sicuramente soprattutto i bambini all'interno della canzone di presentazione del gruppo di colorate fatine.
Purtroppo la trama non è molto valida, ma un prodotto come Winx gode di autoreferenzialità. Decisamente interessante la scelta della colonna sonora, moderna e quasi "rock" per essere un cartone animato, ricordando i primi lungometraggi disney dove le canzoni descrivevano le azioni imminenti.

Nonostante il creatore, dia il merito del successo delle Winx ai riferimenti Shakespeariani e mitologici, il dato di fatto è una campagna pubblicitaria a tappeto, che copre il target con ogni oggetto, soddisfando le piccole fan con gadget gratuiti coinvolgendole nel mondo delle fate.
Essendo un prodotto distribuito nel mondo, sono state chieste delucidazioni, riguardo le reazioni dei paesi islamici più conservatori, e per ora la società si astiene dal distribuire lì il prodotto Winx.

Nonostante il film sia destinato ad un pubblico di bambine, trovo sbagliato l'aver approfondito solamente due personaggi Stella e Bloom, lasciando le altre marginali come "le amiche di".
Ha fatto un po discutere la segnalazione del film come lungometraggio di interesse socioculturale.

Last Night

2010
regia: Massy Tadjedin
Cast: Keira Knightley, Sam Worthington, Eva Mendes, Guillaume Canet

Una giovane coppia, una festa, una notte lontani. Ecco l'inizio di Last Night scritto e diretto dalla regista emergente Massy Tadjedin. Il film ha aperto il concorso del Festival de cinema di Roma 2010, la proiezione ufficiale, ha subito ritardi, causa il giusto sciopero degli autori; appoggiato anche dall'intero cast del film.
Durante la proiezione stampa si respirava un clima decisamente più rilassato; peccato che il film ha riscosso molti commenti contrari. Il finale ha destato un mormorio consistente, cosa rara ad un festival, dove si elargiscono applausi anche per prodotti mediocri.
Purtroppo Last Night ha molti ostacoli da superare per farsi amare, il soggetto ricorda tanti, forse troppi film sull'incomprensione matrimoniale; dal pregevole Closer fino al cinema di Muccino. Sostanzialmente il soggetto non ha una vita propria, infatti non è possibile collocare un inizio, uno svolgimento e una fine; si ha l'impressione come se l'ora e mezza passata davanti al grande schermo non abbia portato da nessuna parte, per nessun motivo.
La fotografia è poco curata, il soggetto poco sviluppato, i personaggi sembrano ricalcati su stereotipi : la moglie di classe, la collega tentatrice e sfrontata, il francese romantico e il marito farfallone. Questi sono ostacoli che rendono il film un mezzo difficile per approcciare lo spettatore, che percepisce tutto ciò in modo freddo ed impersonale. Altra nota negativa è il finale; la libera interpretazione è spesso la scelta prediletta dai sognatori, ma soprattutto da chi non ha idee oppure non vuole prendere una posizione che potrebbe inevitabilmente dividere il pubblico.
Come è emerso durante la conferenza stampa, Massy Tadjedin e Keira Knightley, precedentemente a questo film erano già legate da un rapporto di amicizia, ciò nonostante la Knightley inizialmente non aveva accettato questo copione, causa un periodo di riposo e poi la sensazione di essere troppo giovane per interpretare la parte di Joanna.

In effetti Keira Knightley è decisamente troppo giovane per un ruolo del genere, è strano immaginare la routine a volte claustrofobica creatasi in un matrimonio così giovane, tra ragazzi al pieno delle loro vite ed aspirazioni; questo coinvolge uno dei temi trattati dal film, ovvero l'autorealizzazione. Il lavoro è un argomento molto importante per il personaggio di Joanna, la gestazione del suo primo libro ha un senso simbolico per nulla sfruttato ne approfondito. La regista punta sull'indagine della mimica facciale, racconta come siano stati girati in un primo tempo i primi piani e solo dopo i campi lunghi. L'intento del film era quello di mettere in tavola un discorso riguardante il tradimento, se fosse peggiore quello fisico o quello mentale, in realtà dal film sembra sollevare il dilemma se il tradimento abbia il sesso femminile o maschile; è possibile vedere lo sguardo femminile un po troppo fazioso.
L'intento del film era di creare una tensione nello spettatore, tentando di anticipare la decisione presa dai personaggi, peccato che tutto ciò non riesca.

Durante la conferenza stampa è stato accomunato l'inizio ad Eyes wide shut, una coppia sposata che si veste per andare ad una festa.
Il luogo chiave del film sembra essere la cucina, come punto di svolta di conoscenza di se stessi e dei propri sentimenti, ingiustamente non sviluppato il personaggio di Andy, così come il lavoro e il libro di Joanna che causano in lei una pressione molto forte.
Scontatissima la scelta di Eva Mendes nella solita parte.
Complessa la comprensione in lingua originale avendo attori con accento britannico, portoricano, francese e australiano.
Il film non è riuscito per troppi ostacoli e la caduta in luoghi comuni.