regia : Iginio Straffi
Piccola sorpresa del festival, fuori concorso per la sezione di Alice nella città.
Winx club, torna sul grande schermo dopo il primo episodio passato in sordina, questo secondo capitolo indaga sul raggiungimento dell'indipendenza e della formazione personale delle protagoniste che da ex allieve cercano la loro realizzazione.
Un prodotto interamente italiano, Straffi soprattutto durante la conferenza stampa si è mostrato orgoglioso, forse peccando un po di poca modestia, sulla paternità del progetto Winx, spiegando come si preannunciano grandi cose per queste fatine.
La tecnica 3D muove ancora i primi passi nella produzione italiana, nonostante tutto ciò si rimane piacevolmente colpiti dall'uso sfrontato di questa tecnica, ora così in voga. L'inizio del film colpisce proprio per questo, il 3D diventa un elemento chiave che porta adulti e sicuramente soprattutto i bambini all'interno della canzone di presentazione del gruppo di colorate fatine.
Purtroppo la trama non è molto valida, ma un prodotto come Winx gode di autoreferenzialità. Decisamente interessante la scelta della colonna sonora, moderna e quasi "rock" per essere un cartone animato, ricordando i primi lungometraggi disney dove le canzoni descrivevano le azioni imminenti.
Nonostante il creatore, dia il merito del successo delle Winx ai riferimenti Shakespeariani e mitologici, il dato di fatto è una campagna pubblicitaria a tappeto, che copre il target con ogni oggetto, soddisfando le piccole fan con gadget gratuiti coinvolgendole nel mondo delle fate.
Essendo un prodotto distribuito nel mondo, sono state chieste delucidazioni, riguardo le reazioni dei paesi islamici più conservatori, e per ora la società si astiene dal distribuire lì il prodotto Winx.
Nonostante il film sia destinato ad un pubblico di bambine, trovo sbagliato l'aver approfondito solamente due personaggi Stella e Bloom, lasciando le altre marginali come "le amiche di".
Ha fatto un po discutere la segnalazione del film come lungometraggio di interesse socioculturale.