2010
cast: Natalie Portman, Mila Kunis e Vincent Cassel
regia: Darren Aronofsky
Prima di vedere questo film me lo avevano raccontato diverse persone e tutte in modo differente, così prima degli oscar volevo assolutamente farmi una mia idea a riguardo.
Dire che Black swan sia un film sul balletto è inesatto. Come in altri film di Aronofsky l'ossessione è un tema ricorrente, il fulcro pulsante del film.
Nina è una giovane ballerina, mira alla perfezione e ne è ossessionata, quest'ambizione è spinta oltre che dal se stessa anche dalla madre, ex ballerina convinta di non essere mai riuscita a raggiungere traguardi solidi per via della gravidanza.
Nina sogna di poter ottenere la parte da protagonista ne Il lago dei cigno, è perfetta per il cigno bianco ma non per poter interpretare quello nero; tuttavia ottiene la parte con l'obbligo di migliorare le sue carenze, questa ulteriore spinta le aumenta lo stress e la ricerca della perfezione in entrambi i ruoli.
Questo film è stato nominato all'oscar per la fotografia, il montaggio, la regia e come miglior film; secondo me la parte che fa fare un vero salto di qualità al film sono le scenografie ed i costumi che possiedono una dovizia di particolari tali che creano un ambiente perfetto per il film, diventano espressionisti senza abbandonare la naturalezza e l'ordinarietà.
Inizialmente Nina veste abiti bianchi o dalle tinte rosa antico, in una delle sue prime scene si sveglia come fosse una principessa disney accarezzata dalla luce naturale e dalle tonalità rosa delle pareti della sua stanza, sulla metro indosserà una candida sciarpa bianca assolutamente ordinaria ma posizionata in modo così sapiente che ricorda le piume di un uccello; un cigno bianco.
Il film si basa sulle tonalità del bianco e nero che fanno da monito per l'emotività dello spettatore inizialmente questi due colori convivono nell'ambiente della danza, negli abiti del coreografo, negli oggetti del suo stesso ufficio che sono esclusivamente di quei colori e geometrici, in contrasto con il bianco e rosa della casa di Nina. L'illuminazione è resa drammatica durante le prove di danza solamente il resto della vita di Nina è girato con luce naturale solare.
Con la trasformazione di Nina verso la conoscenza del cigno nero, come in un film espressionista tutto cambia. Le luci naturali sono abbandonate e si usano sempre luci elettriche d'ambiente per sottolineare che ci si sta addentrando verso qualcosa di oscuro, sottolineato dall'assenza della musica per sentire rumori registrati in presa diretta di passi e porte, per rendere il tutto inquietante e far rimanere all'erta i sensi dello spettatore.
Nina è la perfetta ballerina per il cigno bianco, Lilly è il suo opposto; se Nina è candida, rigida e dai toni perlacei, Lilly è sensuale e perfetta senza sforzo, il suo personaggio è presentato da biti perennemente neri, nella prima parte del film. Con la trasformazione gli abiti di Nina iniziando a tingersi di grigio fino ad avere indumenti neri e tutti gli altri personaggi prima con indumenti prevalentemente in bianco/nero, tendono a schiarirsi. L'atto finale sta nella serata con Lilly dove lei le regala una maglia completamente nera.
A livello tecnico-registico non era nulla di nuovo secondo me, ho trovato pessimi i momenti della trasformazione delle sue gambe in cigno, totalmente fuori luogo, di tanto in tanto le riprese erano addirittura traballanti; la capacità registica di Aronofsky è quella di riuscire a dare spessore a personaggi del tutto marginali come la madre di Nina e Wynona Rider, che colpiscono nonostante le poche battute e apparizioni.
Ovviamente l'interpretazione di Natalie Portman è stata molto accurata, ma continuo a ripetere senza il team di costumi-scenografia-luci, questo film non avrebbe reso alla stessa maniera, sarebbe stato solo un filmetto.