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martedì 23 novembre 2010

Erotic boundaries - Gli scambisti del sesso

1997

regia Mike Sedan.

cast George Saunders, Nikki Nova, Kathy Shower

Nonostante il titolo ... è un film erotico.
Ho iniziato vedendolo credendo che non lo fosse.
Il film è particolarmente brutto e per questo fa particolarmente ridere, il film inizia con una scena di intima vita matrimoniale, con la moglie cinquantenne seminuda dalla pelle calante e la cotonatura anni ottanta. Il film tenta penosamente di essere sensuale invece è così grossolano e random da fare molto ridere.
Un film sulle fantasie di un uomo quarantenne che ha potuto metterle su pellicola, una moglie molto bella con irresistibili tendenze lesbo, libertine e di sesso casuale.
Gli attori, le scene, i dialoghi, i costumi, la recitazione sono così pessimi e a caso che rendono il film comico, in modo involontario.
Ogni genere cinematografico necessita di talenti e bravura differenti richiesti dal genere di appartenenza, ma in alcuni casi cadere nel ridicolo è molto semplice, come in questo caso.

Ti stramo




2008

regia: Pino Insegno, Gianluca Sodaro.

cast: Carlotta Tesconi, Marco Rulli, Stefano Pinto, Matteo Ripaldi.

Ammetto che ero molto prevenuta ma sono stata piacevolmente colpita. Il primo film italiano che segue la scia della parodia dei blockbusters, nata negli states.
Ultimamente i film di quello stampo sono stati davvero pessimi per il loro genere, non facevano ridere per nulla come Mordimi, disaster movie ecc..
Per essere il primo film italiano e diretto da Pino Insegno io direi che è ben riuscito, ovviamente bisogna calcolarlo per il genere di appartenenza se vi piacciono Scary Movie vi piacerà anche questo, purtroppo non ho visto per intero i film citati quindi certe gag non le avrò neppure colte.
Il film ha tutto quello che serve per rientrare nel genere è grossolano e perciò riesce a far ridere il pubblico amante dei film parodia.
Nonostante tutto gli attori sono molto portati per la recitazione caricaturale senza esagerare troppo il tutto e renderlo troppo finto; e si possono vedere anche inquadrature non monotone.
Purtroppo la parte negativa è la colonna sonora totalmente inudibile e insopportabile.
Se vi piace il genere di film-parodia vi piacerà altrimenti risparmiate il vostro tempo.

The Losers



2010
regia: Sylvain White
cast : Chris Evans, Jeffrey Dean Morgan, Zoe Saldana, Jason Patric

L'ennesimo film tratto da un fumetto, come va tanto di moda di recente; purtroppo non tutti riescono.
The Losers purtroppo non riesce, troppo rielaborazioni. Nato come fumetto della DC e poi ripreso dalla DC Comics ora un film. Come molti fumetti è stato applicato il binomio spesso fruttuoso : commedia azione.
Come anticipavo, tutto ciò non riesce l'inizio è confuso e ricorda film come Tropic Thunder e A Team. Il film non è facilmente leggibile, il titolo farebbe pensare a degli sfigati, ma in realtà sono finti sfigati nonostante abbiano messo degli occhiali da vista a Chris Evans come se fossero il simbolo opposto al machismo. I personaggi sono molto caratterizzati quasi ridotti a macchiette ma non abbastanza da far sorridere e non abbastanza da essere credibili.
Tutto il film è bloccato in questo limbo inspiegabile che lo rende inadatto alla commedia o all'azione sarebbero entrambi non riusciti.
I personaggi non sono abbastanza eroi per esserlo, ne abbastanza antieroi ma neppure eroi per caso, inoltre le gag comiche sono abbastanza scontate e trascurabili come il plot che segue un triangolo amoroso vecchio quanto le pastorali, la donna che rappresenta il pericolo e il tradimento ed il capo si trova spesso a dover decidere se dar fiducia ai colleghi e amici o all'amore.
Gli effetti speciali sono un'altra grande cosa negativa del film, ostacolo quasi insormontabile; se si fa un film nel 2010 il pubblico è abituato ad una certa qualità grafica, se si sceglie per una versione qualitativamente inferiore il pubblico se ne accorgerà inevitabilmente, astuzia registica in questo caso stà nel portare al positivo degli svantaggi, potevano calcare sui toni comici rendendo igli effetti grafici pessimi ancora più pessimi e inverosimili abbandonando definitivamente l'idea di una proiezione realistica competitiva con i film d'azione con badget maggiori.
La pessima grafica esplode nel finale, ma sempre con aspirazioni realistiche che fanno urlare: Americanata! 
Poco o quasi per nulla presentati gli altri personaggi che rimangono spalle in penombra, semplici caratteri che non stimolano nessuna empatia ne interesse.

domenica 14 novembre 2010

Conferenza stampa Last Night




Conferenza Stampa Burke and Hare



sabato 13 novembre 2010

Conferenza stampa Ritratto di mio padre



mercoledì 3 novembre 2010

The people Vs George Lucas




2010
regia: Alexander O. Philippe
documentario

George Lucas ha fatto qualcosa per te?
ecco come si interroga questo divertentissimo documentario basato sull'intera carriera di George Lucas e ovviamente sulla sua creatura più amata, Star Wars. Proprio quest'ultima è oggetto di pensanti critiche da anni, gli stessi fan si sono sentiti traditi dalla versione restaurata che ha apportato cambiamenti in alcune scene della saga, il documentario mette il dito nella piaga intervistando persone che sono state ispirate dal lavoro di Lucas, e che tentano di spiegare il fenomeno Star Wars e la sua evoluzione.
I cambiamenti, sono sempre accolti male dai fan più accaniti che rimangono affezionati alla versione precedente, qui si cerca di indagare in toni divertenti il ruolo che è riuscita a ricoprire questa saga nella cultura pop e nella vita quotidiana di tantissime persone.

Grazie alla longevità del progetto è possibile analizzarla secondo le diverse generazione e come il prodotto nato per soddisfare un target assolutamente nerd, geek e amanti di sci-fi, è finito per conquistare anche i cuori dei più piccoli con i prequel.
Il talento di Lucas è ostacolato dalla sua adesione ad un progetto così ingombrante ma allo stesso tempo acquista una certa divinizzazione proprio per questo, l'ambiguità di fondo è ricorrente anche parlando della gestione del merchandise di guerre stellari, che rappresenta il lato lucroso del progetto Star Wars, ma contraddice le parole di Lucas stesso.

Se siete degli appassionati, questo sarà un documentario che amerete, altrimenti vi annoierà e prenderete tutti per invasati .

The incite mill - 7 day death game



Inshite miru nanokakam no desu gemu
2010
regia: Hideo Nakata
Cast: Tatsuya Fujiwara, Haruka Ayase, Satomi Ishihara.

Un lavoro part time retribuito con una somma altissima, ecco cosa attira dieci persone ad accettare di essere filmate per sette giorni.
Tempo dieci minuti e capirete già come finirà il film, inizierete a giocare ad indovinare la sequenza delle uccisioni con il vostro vicino di poltrona.
Questo film non è brutto, ma non è un horror, non è un triller ma fa involontariamente sorridere. La recitazione esageratamente drammatica, fa nascere un sorriso sulle labbra se a questo ci si aggiunge una trama inesistente e che rimanda a mille altri film di questo genere, allora da film horror si trasforma a film squallido che va obbligatoriamente visto e commentato con gli amici

Yoyochu in the land of the rising sex



yoyogi tadashi to sono -jidan
2010
regia: Masato Ishioka
documentario

Yoyogi è il più grande e importante regista di film per adulti in Giappone, questo documentario illustra la sua carriera e la sua biografia, infatti la sua vita sembra quasi la trama di un film; membro della Yakuza ed assassino, fioraio e regista.
Primo ad aver filmato scene di sesso in Giappone, ha subito processi e creato un impero, poi sgretolatosi. Detiene nemici ed amici, ma il suo approccio al cinema per adulti incuriosisce in questo documentario, la sessualità è vissuta in maniera differente rispetto all'occidente e vedere scene dove si parla in estrema serietà di orgasmo durante l'ipnosi, o di uno dei suoi attori che in seguito all'eiaculazione sveniva, fa involontariamente sorridere.
Yoyochu, spiega la sua lotta per sdoganare lo sguardo diffidente e moralista quando si parla di sesso nel suo paese spiegando la sua ricerca pionieristica, e un po particolare.
il risultato è il documentario più particolare che io abbia mai visto.

Rabbit hole




2010
regia:John Cameron Mitchell.
cast: Nicole Kidman, Aaron Eckhart, Sandra Oh, Dianne Wiest, Jon Tenney

Becca (Nicole Kidman) e Howie Corbett (Aaron Eckhart) sono la coppia perfetta, fino a quando il loro unico figlio Danny, di quattro anni viene investito ed ucciso davanti casa.
Un dramma recitato in maniera sobria ed impeccabile, però presenta delle difficoltà, finita la proiezione mi sono provata ad immaginare come potesse essere il soggetto di questo film. Nel film non accade nulla! Lo spettatore non è partecipe di nessuno dei momenti salienti del film, non viene spiegato nulla delle cause, ma si vive insieme ai protagonisti un effetto che colpisce lo spettatore, che sedendosi in sala si aspetta di essere presente al nodo principale del film, ovvero l'incidente. 
Tutto ciò è presentato come un fantasma di cui si parla sempre, tutti sanno tutto tranne chi guarda; questo passaggio necessario ovvero il cercare di capire ruba tempo che potrebbe creare un'identificazione e quindi coinvolgerlo.

In realtà non accade nulla, ma proprio nulla nel film. Becca inizia a seguire un ragazzo che solo dopo si scoprirà essere l'assassino involontario del film, purtroppo questo personaggio non è ben approfondito altrimenti il film avrebbe potuto giocare sul dramma di far calare l'identificazione in un personaggio negativo. Non è stato approfondito il tema del difficile rapporto di coppia tra i due, ne della reazione controversa di Becca alla gravidanza della sorella.
Scenografie ed ambientazioni molto ricercate.

Costumista che non si sa cosa avesse in testa, visto che gli abiti di Becca erano molto simili a quelli della Regina Elisabetta, inoltre la performance di Nicole Kidman è in secondo piano, rispetto alla poca riconoscibilità dovuta agli interventi estetici avvenuti sul suo viso, che rendono quel sorriso difficile da interpretare.
Un film fortemente desiderato da Nicole Kidman e tratto da una piece teatrale di David Lindsay-Abaire.
Molto bello il finale inaspettato, che mostra come l'elaborazione del dolore sia differente e personale ma non una cosa su cui isolarsi, in conferenza stampa infatti Aaron Eckhart ha detto che per prepararsi al ruolo ha visionato parecchi video su Youtube, di persone che avevano da poco perso una persona a loro cara e che accendevano la web cam per parlare, comunicare... questo è il punto in cui il film riesce meglio dimostrare quanto il bisogno di comunicare, parlarne possa diventare liberatorio, anche con l'ultima persona che ti aspetteresti.

martedì 2 novembre 2010

The Woodmans



2010
regia  C. Scott Willis
cast : The woodmans
documentario

Provavo scetticismo nei confronti di questo documentario, invece mi ha piacevolmente stupita, si ricostruisce il percorso artistico, più che personale della fotografa Francesca Woodman, morta suicida prematuramente. Tramite interviste ad amici, parenti e conoscenti si dipinge una cornice che permette allo spettatore di entrare nella mente di francesca oltre che nelle sue fotografie.
Il tono del documentario non si presenta in modo ne indulgente ne accusatorio, inevitabili sono domande rivolte ai genitori e proprio loro sono difficilmente comprensibili, forse ancor più delle foto della figlia; infatti i Woodmans non avevano una carriera artistica florida precedentemente alla morte della figlia, sinceramente io non vedo un talento in entrambi, il padre come racconta ill documentario ha iniziato ad avvicinarsi alla fotografia solo dopo la morte di Francesca, prima dipingeva solo quadri astratti.

L'ambiente in cui Francesca è cresciuta ci aiuta ad immaginare la ricerca di una guida nella sua arte, bellissimi gli estratti tratti dal suo diario personale e i video, difficili da reperire.
La colonna sonora è molto adatta trasmettendo innocenza e allo stesso tempo un tono inquietante

I ragazzi stanno bene - The kids are all right




2010
regia:  Lisa Cholodenko
cast: Mia Wasikowska, Julianne Moore, Annette Bening, Mark Ruffalo, Josh Hutcherson

Pensato come Un prodotto di massa uscira nelle sale a febbraio, la storia di un matrimonio lesbo, i cui figli vanno alla ricerca del loro donatore di sperma, da li inizieranno le incomprensioni.

Una commedia divertente che si assume l'arduo compito di essere un ibrido tra le commedie a tema omo e i lungometraggi impegnati, putroppo questo compito non riesce. Pero' si presenta come un film introduttivo adeguato come base per tentativi di blockbuster più sfrontati con questa tematica.

I punti deboli ci sono, una camera a braccio un po troppo indecisa e timida, la presentazione stereotipata di una binarieta' lesbica tradotta in una mamma con capelli corti e atteggiamenti maschili con un carattere tendente al dominio, l'altra differente e non a caso e' lei che si trovera' di fronte alla tentazione dell'eterosessualita'.
Trovo sbagliato quest'approccio che considera l'orientamento sessuale come qualcosa di intermittente, con una protagonista indecisa su quale partner sessuale preferisca, non parlando di bisessualità.

Secondo me è una pellicola che soffre un po di un femminismo di stampo malsano, visto che il motore dell'azione è affidato assolutamente  a personaggi femminili, il figlio minore e il padre biologico sono travolti dalle decisioni della sorella e della donna; la trovo una posizione sbagliata e discriminatoria, soprattutto perchè non viene data voce a quei personaggi, soprattutto quello di Mark Ruffalo, che si ritrova ad essere etichettato nella stessa categoria di appartenenza, ignorando i cambiamenti e la maturità raggiunta dal suo personaggio; giustificando le sue azioni non più come desiderio, come si fa all'inizio del film ma come amore.
Avrei preferito una proposta pluralista per il finale, soprattutto dalla Cholodenko che si è trovata a scrivere e dirigere un soggetto con forti valenze autobiografiche.
Nonostante tutto è un grande passo per il cinema destinato al grande pubblico, di presentare in un tono differente questo argomento.
Azzeccatissimo il titolo, che esprime il nucleo del film, ovvero il bene per i figli che porta a scelte e cambiamenti personali ed a volte sacrifici.

Salve regina


regia: Laura Bispuri
cast:
un cortometraggio

Entrando mi sono stati consegnati gli occhilini 3D, questo mi ha non poco disorientata ma arrivando in sala la regista ha presentato la sua opera descrivendo questa scelta come qualcosa suggeritole dalla promozione, ma che non avesse la funziona di shoccare.
Sinceramente io la funzione degli occhialini 3D non l'ho proprio capita, non sono stati per nulla sfruttati, anzi forse distoglievano dal significato delicato del cortometraggio. Corto che comprendeva tre personaggi parlanti ovviamente in dialetto, che hanno richiesto necessariamente sottotitoli in italiano, e di questi tre un personaggio era sinceramente incapace di dire la battuta non cadendo nella cantilena.
Il soggetto non mi è ben chiaro, visto che tutto ruota intorno ad una donna corpulenta ed un proprietario della piscina su una sedia a rotelle, che nutre teneri sentimenti per la sua collega. Il rapporto tra i due non è comprensibile, così come non lo è la scena della statua della madonna portata, con l'umiliazione della protagonista.
Nonostante inizialmente si pensi che il protagonista maschile sia mosso da desiderio sessuale, sul finale in realtà si svela tutt'altro.
Un po impreciso visto che non è molto sensato, con scene un po irreali come il signore sulla sedia a rotelle che si butta in acqua da solo e raggiunge la vasca a metà non si sa come; fotograficamente interessante era solamente una scena, sul finale quando i due sono obliqui e paralleli sulle corsie della piscina, creando uno schema di linee interessante e suggestivo, peccato poi che il protagonista venga fatto muovere e si spezza questo idillio di linee simmetriche.

sinceramente non me ne spiego la premiazione.

Quartier lointain

2010
regia Sam Garbarski
cast: Pascal Greggory, Jonathan Zaccaï.

Un raro evento, una produzione europea per la trasposizione cinematografica del manga di Jirō Taniguchi, una favola moderna di un cinquant'enne che torna improvvisamente indietro nel tempo alla sua infanzia, dopo l'angoscia iniziale trova un obbiettivo: impedire al padre di abbandonare la famiglia.
Nonostante io abbia in genere diffidenza verso i film francesi, questo è veramente carino. Nonostante il soggetto non sia nulla di originale, l'umorismo è tagliente e inaspettato, la fotografia è deliziosa, è visibile come sia minuziosamente ricercata soprattutto nell'ambito cromatico dell'accostamento per rafforzare nello spettatore la sensazione di trovarsi negli anni 60's.
Molto carino, senza cadere nella commedia adatta solamente per donne dalla lacrimetta facile, un film che parla di scelte e di come alcune cose si possano comprendere e non recriminare solo con un certo bagaglio di esperienza dietro, come ogni giorno si può essere artefici dell'immediato futuro confermando ciò che si ha oppure partendo.

Burke & Hare



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2010
regia : John Landis
cast:  Simon Pegg, Andy Serkis, Isla Fisher, Jessica Hynes, Tom Wilkinson.

Finalmente John Landis torna alla regia e si cimenta in una commedia nerissima che ha come protagonisti due assassini cult irlandesi. William Burke e William Hare sono l'equivalente irlandese di Jack lo squartatore, assassini realmente esistiti che hanno pensato di uccidere sedici persone, per poi rivenderne il cadavere agli studi medici.

Il cast ha un potenziale di comicità raffinata già dai titoli iniziali: Simon Pegg, Tim Curry e un piccolo cameo di Christopher Lee sono imperdibili, il gusto britannico per la commedia si vede ovunque.
John Landis appena entrato alla conferenza stampa ha iniziato a fotografare tutto il pubblico, rispondendo con battute argute ciniche ed umoristiche; queste caratteristiche sono riscontrabili anche nei suoi film.

Oltre ad essere molto divertente, il film riesce a non indicare nessun cattivo, è impossibile non simpatizzare per i due avidi assassini nonostante ciò che facciano, nessuno avrebbe pensato che il soggetto potesse essere sviluppato come una commedia, addirittura in costume. La parte scenografica è molto suggestiva, Landis dice che è tutto vero sono paesini irlandesi e della Gran Bretagna ancora esistenti, ovviamente hanno cancellato la presenza di pali elettrici ecc.
La colonna sonora è perfetta per l'atmosfera ma moderna, ricorda un folk-punk accomunabile ai Flogging Molly.
Per molti versi la sceneggiatura sembra assurda, paradossalmente sono eventi reali legati alla storia come la presenza di Charles darwin. I personaggi non vengono mai giustificati, nessuno è mostrato come buono o giusto ciò che fanno, si muovono tutti per avidità di denaro, conoscenza, rispetto nell'ambiente lavorativo, senza risparmiare colpi bassi, la bravura di Landis è nel farli amare nel pubblico e rendere ogni azione amorale terribilmente divertente.

Animal kingdom



2010
regia: David Michôd. 
cast: Ben Mendelsohn, Joel Edgerton, Sullivan Stapleton, Luke Ford, Laura Wheelwright e Guy Pearce


Leggendo il paragone con Scorsese, in salsa australiana mi sono catapultata in sala per vedere questo piccolo gioiellino di film dall'oceania.
Nonostante sia stato acclamato ovunque sentissi, io personalmente l'ho trovato sopravvalutato. Il tema della

fedeltà alla famiglia e alla malavita non rende un regista qualcosa di simile a Scorsese.

Il film inizia con Josh (James Frecheville), non ancora maggiorenne con lo sguardo vitreo rivolto verso lo schermo tv, con di fianco la madre morta di overdose; tutto il suo cammino inizia così con una semplice telefonata alla nonna detta Smurf (Jacki Weaver); attrice iconica in Australia. Josh si trasferirà da questa famiglia di sconosciuti, rimanendo inevitabilmente invischiato nei loro affari.

Il film secondo me presenta evidenti incongruenze, date probabilmente dal fatto che il regista l'abbia concepito in un arco di parecchi anni. Inizialmente Josh è un narratore fuori campo che ci introduce, ma subito questa caratteristica sparisce lasciandoci con un personaggio monoespressivo che non riesce a farci capire cosa prova o pensa, ne siamo aiutati dal suo monologo esterno, inoltre è ben poco comprensibile quale sia effettivamente l'attività della famiglia, dal prologo ci si immagina di vedere gli zii in azione in rapine, invece non accade nulla di tutto ciò, in realtà non sappiamo bene in cosa consistano i loro loschi traffici. Questo potrebbe aiutare nell'entrare direttamente in contatto con lo stato di Josh, che si trova nella nostra medesima situazione, ma quest'ultimo mostra sempre inettitudine e inespressività.



Ingiustamente sottovalutata la parte del detective (Guy Pierce) di cui si intravede un'unica scena famigliare decisamente forte, sarebbe stato interessante mostrare un po il personaggio.
Alcune scene come quella del post-processo sono fin troppo ispirate al finale del film The Departed non a caso di Scorsese, per le ambientazioni.


Il film aveva un potenziale, per essere un thriller; che purtroppo non riesce ad essere. Finale un po scontato.


Se a voi è piaciuto mi faccia sapere :)