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giovedì 16 dicembre 2010

Fantasmi nella notte

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1943

regia. William Beaudine

cast: Bela Lugosi, Ava Gardner, Leo Gorcey, Huntz Hall, Bobby Jordan

Un horror che in realtà è una commedia. Vedere certe gag oggi è ovvio, sono sradicate dal contesto e l'umorismo dell'epoca ci appare triste perchè visto più volte. La recitazione è molto teatrale e spesso ricorda alcuni espedienti tipici del muto. Le gag sono troppo frammentarie, i personaggi sono privi di psicologia e il soggetto centrale della pellicola in realtà è citato solo verso la fine del film, l'espediente finale è abbastanza deludente, è un film con qualche problema, che mostra un Bela Lugosi parodia del suo alter ego cinematografico, un po triste vederlo in queste vesti per i fan di Dracula, ma la sua performance è comunque ben riuscita.

mercoledì 15 dicembre 2010

Polyester

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1981

regia: John Waters.

cast: Tab Hunter, Divine, Edith Massey


Un film che segna la fine di un'epoca, l'addio di Waters al trash che lo rese celebre nel settore, per lasciare il posto a film per un pubblico più ampio. In un certo senso è quasi un dramma familiare vertiginoso.
Divine è una casalinga, con un marito fedifrago e proprietario di una catena di cinema porno, ha una figlia leggera e disinibita, un figlio feticista dei piedi. Un turbinio di azioni coinvolge tutti i protagonisti: il marito e l'amante deridono il brutto aspetto di Divine, quest'ultima single decide di smettere di bere, i figli tornano a casa cambiati e sulla retta via.

Ovviamente non è paragonabile all'estetica di Fenicotteri rosa, i colori qui sono spenti ma sapientemente utilizzati per dare carattere a personaggi e luoghi; l'eccesso si presenta in una maniera più quotidiana.
Divine si presenta ei panni del personaggio con una femminilità e glamour decaduto, perfettamente credibili, la macchina da presa fa di lei un corpo sensuale, tutti i personaggi vedono i loro difetti fisici enfatizzati da costumi i acconciature, per esaltarli e presentarli come caratteristiche positive.
Una delle particolarità del film era la proiezione in Odorama, l'inizio infatti è affidato alla spiegazione  e della sua funzione.

Il seme della discordia

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2008

regia: Pappi Corsicato

cast: Alessandro Gassman, Caterina Murino, Martina Stella, Valeria Fabrizi.

Veronica rimane incinta, lo stesso giorno in cui scopre la sterilità di suo marito, resteranno molte cose da chiarire. Il film è tratto dal romanzo La marchesa di O... di Heinrich von Kleist. Passato un tantino inosservato, il film stupisce sotto diversi punti di vista, primo fra tutti un'azzeccata assegnazione dei ruoli, che permette di esaltare le doti attoriali. Sulla carta alcuni degli interpreti lasciano un po' basiti, ma vedendo il tipo loro assegnato si rimane subito convinti.
Il film tocca interpretazioni diegetiche surreali, sottolineate dalle tinte sature, con una fotografia molto attenta alla costruzione di linee e molteplici piani e livelli.
Lo sviluppo della storia è privo di sorprese o interrogativi, è tutto scontato sin dall'inizio e questo rende il film inutile nel suo sviluppo, inoltre alcuni personaggi non sono sviluppati in maniera adeguata.

martedì 7 dicembre 2010

La 25a ora

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Regia: Spike Lee

Cast: Edward Norton, Philip Seymour Hoffman, Anna Paquin, Rosario Dawson, Brian Cox.

Ne sentivo parlare da secoli, all'epoca dell'uscita venne accolto come un semi capolavoro,  Spike Lee non mi ha mai particolarmente esaltato.
Il film presenta spesso inquadrature oblique per trasmettere allo spettatore un senso di tensione, unite con inquadrature tra le sbarre del ponte per far sentire lo spettatore in gabbia, altre sono lunghe per dare un senso di vuoto e perdita giocando sulla profondità. Tutti i personaggi sono accomunati da fattori di stress, che porta a rappresentare il proprio stato emotivo in un modo esasperato.
La musica spesso è melodrammatica e scontata, per molte cose ricorda un video alla 50 Cent.
Spesso si cade nel carnevalesco con locali hip hop o Rosario Dawson che veste un Kimono per l'appuntamento a Chinatown, le origini irlandesi rappresentate con pub musica e Guinness ovunque.
La scena dello specchio con il celebre monologo, ammettiamolo è esasperatamente banale il finale però con la scritta "fuck you" come fosse una foto è geniale.
Rappresenta un'America post Ground Zero dove la gente si sente persa.
La stanza dell'interrogatorio si basa sui gradi cromatici, c'è la stanza bianchissima, con i poliziotti neri messi in ordine cromatico crescente, nero, mulatto  e bianco.
I poliziotti cattivi e doppiogiochisti sono un'altra banalità, Hoffman purtroppo fa sempre la stessa parte scontata dell'adulto ancora bambino, ingenuo.
La presentazione dell'incontro con Naturelle è un po malata, presentata da ninfetta in un parco giochi
La scena tra il prof e l'allieva vorrebbe tramite il montaggio fronte e retro procurare shock. La questione dell'età è perenne con Naturelle "sono troppo vecchio per te", il prof con l'allieva, il Dj al locale con la 17enne...
Il montaggio è d'impatto, volendo dargli un taglio metropolitano. Con il russo si tenta di instaurare una piccola scena umoristica tra l'incomprensione linguistica ma il risultato è semplicemente stupido. I costumi caratterizzano e classificano i personaggi ma li ridicono a banali stereotipi.
La scena della studentessa ubriaca e di lui dopo il bacio è particolarmente bella. Francis è un personaggio fantastico secondo me. L'interrogatorio di Niklay presenta una soggettiva fintissima .

Mi aspettavo qualcosa che stupisse che non fosse nella norma per il positivo o negativo, in realtà nulla di nuovo.

martedì 23 novembre 2010

Erotic boundaries - Gli scambisti del sesso

1997

regia Mike Sedan.

cast George Saunders, Nikki Nova, Kathy Shower

Nonostante il titolo ... è un film erotico.
Ho iniziato vedendolo credendo che non lo fosse.
Il film è particolarmente brutto e per questo fa particolarmente ridere, il film inizia con una scena di intima vita matrimoniale, con la moglie cinquantenne seminuda dalla pelle calante e la cotonatura anni ottanta. Il film tenta penosamente di essere sensuale invece è così grossolano e random da fare molto ridere.
Un film sulle fantasie di un uomo quarantenne che ha potuto metterle su pellicola, una moglie molto bella con irresistibili tendenze lesbo, libertine e di sesso casuale.
Gli attori, le scene, i dialoghi, i costumi, la recitazione sono così pessimi e a caso che rendono il film comico, in modo involontario.
Ogni genere cinematografico necessita di talenti e bravura differenti richiesti dal genere di appartenenza, ma in alcuni casi cadere nel ridicolo è molto semplice, come in questo caso.

Ti stramo




2008

regia: Pino Insegno, Gianluca Sodaro.

cast: Carlotta Tesconi, Marco Rulli, Stefano Pinto, Matteo Ripaldi.

Ammetto che ero molto prevenuta ma sono stata piacevolmente colpita. Il primo film italiano che segue la scia della parodia dei blockbusters, nata negli states.
Ultimamente i film di quello stampo sono stati davvero pessimi per il loro genere, non facevano ridere per nulla come Mordimi, disaster movie ecc..
Per essere il primo film italiano e diretto da Pino Insegno io direi che è ben riuscito, ovviamente bisogna calcolarlo per il genere di appartenenza se vi piacciono Scary Movie vi piacerà anche questo, purtroppo non ho visto per intero i film citati quindi certe gag non le avrò neppure colte.
Il film ha tutto quello che serve per rientrare nel genere è grossolano e perciò riesce a far ridere il pubblico amante dei film parodia.
Nonostante tutto gli attori sono molto portati per la recitazione caricaturale senza esagerare troppo il tutto e renderlo troppo finto; e si possono vedere anche inquadrature non monotone.
Purtroppo la parte negativa è la colonna sonora totalmente inudibile e insopportabile.
Se vi piace il genere di film-parodia vi piacerà altrimenti risparmiate il vostro tempo.

The Losers



2010
regia: Sylvain White
cast : Chris Evans, Jeffrey Dean Morgan, Zoe Saldana, Jason Patric

L'ennesimo film tratto da un fumetto, come va tanto di moda di recente; purtroppo non tutti riescono.
The Losers purtroppo non riesce, troppo rielaborazioni. Nato come fumetto della DC e poi ripreso dalla DC Comics ora un film. Come molti fumetti è stato applicato il binomio spesso fruttuoso : commedia azione.
Come anticipavo, tutto ciò non riesce l'inizio è confuso e ricorda film come Tropic Thunder e A Team. Il film non è facilmente leggibile, il titolo farebbe pensare a degli sfigati, ma in realtà sono finti sfigati nonostante abbiano messo degli occhiali da vista a Chris Evans come se fossero il simbolo opposto al machismo. I personaggi sono molto caratterizzati quasi ridotti a macchiette ma non abbastanza da far sorridere e non abbastanza da essere credibili.
Tutto il film è bloccato in questo limbo inspiegabile che lo rende inadatto alla commedia o all'azione sarebbero entrambi non riusciti.
I personaggi non sono abbastanza eroi per esserlo, ne abbastanza antieroi ma neppure eroi per caso, inoltre le gag comiche sono abbastanza scontate e trascurabili come il plot che segue un triangolo amoroso vecchio quanto le pastorali, la donna che rappresenta il pericolo e il tradimento ed il capo si trova spesso a dover decidere se dar fiducia ai colleghi e amici o all'amore.
Gli effetti speciali sono un'altra grande cosa negativa del film, ostacolo quasi insormontabile; se si fa un film nel 2010 il pubblico è abituato ad una certa qualità grafica, se si sceglie per una versione qualitativamente inferiore il pubblico se ne accorgerà inevitabilmente, astuzia registica in questo caso stà nel portare al positivo degli svantaggi, potevano calcare sui toni comici rendendo igli effetti grafici pessimi ancora più pessimi e inverosimili abbandonando definitivamente l'idea di una proiezione realistica competitiva con i film d'azione con badget maggiori.
La pessima grafica esplode nel finale, ma sempre con aspirazioni realistiche che fanno urlare: Americanata! 
Poco o quasi per nulla presentati gli altri personaggi che rimangono spalle in penombra, semplici caratteri che non stimolano nessuna empatia ne interesse.

domenica 14 novembre 2010

Conferenza stampa Last Night




Conferenza Stampa Burke and Hare



sabato 13 novembre 2010

Conferenza stampa Ritratto di mio padre



mercoledì 3 novembre 2010

The people Vs George Lucas




2010
regia: Alexander O. Philippe
documentario

George Lucas ha fatto qualcosa per te?
ecco come si interroga questo divertentissimo documentario basato sull'intera carriera di George Lucas e ovviamente sulla sua creatura più amata, Star Wars. Proprio quest'ultima è oggetto di pensanti critiche da anni, gli stessi fan si sono sentiti traditi dalla versione restaurata che ha apportato cambiamenti in alcune scene della saga, il documentario mette il dito nella piaga intervistando persone che sono state ispirate dal lavoro di Lucas, e che tentano di spiegare il fenomeno Star Wars e la sua evoluzione.
I cambiamenti, sono sempre accolti male dai fan più accaniti che rimangono affezionati alla versione precedente, qui si cerca di indagare in toni divertenti il ruolo che è riuscita a ricoprire questa saga nella cultura pop e nella vita quotidiana di tantissime persone.

Grazie alla longevità del progetto è possibile analizzarla secondo le diverse generazione e come il prodotto nato per soddisfare un target assolutamente nerd, geek e amanti di sci-fi, è finito per conquistare anche i cuori dei più piccoli con i prequel.
Il talento di Lucas è ostacolato dalla sua adesione ad un progetto così ingombrante ma allo stesso tempo acquista una certa divinizzazione proprio per questo, l'ambiguità di fondo è ricorrente anche parlando della gestione del merchandise di guerre stellari, che rappresenta il lato lucroso del progetto Star Wars, ma contraddice le parole di Lucas stesso.

Se siete degli appassionati, questo sarà un documentario che amerete, altrimenti vi annoierà e prenderete tutti per invasati .

The incite mill - 7 day death game



Inshite miru nanokakam no desu gemu
2010
regia: Hideo Nakata
Cast: Tatsuya Fujiwara, Haruka Ayase, Satomi Ishihara.

Un lavoro part time retribuito con una somma altissima, ecco cosa attira dieci persone ad accettare di essere filmate per sette giorni.
Tempo dieci minuti e capirete già come finirà il film, inizierete a giocare ad indovinare la sequenza delle uccisioni con il vostro vicino di poltrona.
Questo film non è brutto, ma non è un horror, non è un triller ma fa involontariamente sorridere. La recitazione esageratamente drammatica, fa nascere un sorriso sulle labbra se a questo ci si aggiunge una trama inesistente e che rimanda a mille altri film di questo genere, allora da film horror si trasforma a film squallido che va obbligatoriamente visto e commentato con gli amici

Yoyochu in the land of the rising sex



yoyogi tadashi to sono -jidan
2010
regia: Masato Ishioka
documentario

Yoyogi è il più grande e importante regista di film per adulti in Giappone, questo documentario illustra la sua carriera e la sua biografia, infatti la sua vita sembra quasi la trama di un film; membro della Yakuza ed assassino, fioraio e regista.
Primo ad aver filmato scene di sesso in Giappone, ha subito processi e creato un impero, poi sgretolatosi. Detiene nemici ed amici, ma il suo approccio al cinema per adulti incuriosisce in questo documentario, la sessualità è vissuta in maniera differente rispetto all'occidente e vedere scene dove si parla in estrema serietà di orgasmo durante l'ipnosi, o di uno dei suoi attori che in seguito all'eiaculazione sveniva, fa involontariamente sorridere.
Yoyochu, spiega la sua lotta per sdoganare lo sguardo diffidente e moralista quando si parla di sesso nel suo paese spiegando la sua ricerca pionieristica, e un po particolare.
il risultato è il documentario più particolare che io abbia mai visto.

Rabbit hole




2010
regia:John Cameron Mitchell.
cast: Nicole Kidman, Aaron Eckhart, Sandra Oh, Dianne Wiest, Jon Tenney

Becca (Nicole Kidman) e Howie Corbett (Aaron Eckhart) sono la coppia perfetta, fino a quando il loro unico figlio Danny, di quattro anni viene investito ed ucciso davanti casa.
Un dramma recitato in maniera sobria ed impeccabile, però presenta delle difficoltà, finita la proiezione mi sono provata ad immaginare come potesse essere il soggetto di questo film. Nel film non accade nulla! Lo spettatore non è partecipe di nessuno dei momenti salienti del film, non viene spiegato nulla delle cause, ma si vive insieme ai protagonisti un effetto che colpisce lo spettatore, che sedendosi in sala si aspetta di essere presente al nodo principale del film, ovvero l'incidente. 
Tutto ciò è presentato come un fantasma di cui si parla sempre, tutti sanno tutto tranne chi guarda; questo passaggio necessario ovvero il cercare di capire ruba tempo che potrebbe creare un'identificazione e quindi coinvolgerlo.

In realtà non accade nulla, ma proprio nulla nel film. Becca inizia a seguire un ragazzo che solo dopo si scoprirà essere l'assassino involontario del film, purtroppo questo personaggio non è ben approfondito altrimenti il film avrebbe potuto giocare sul dramma di far calare l'identificazione in un personaggio negativo. Non è stato approfondito il tema del difficile rapporto di coppia tra i due, ne della reazione controversa di Becca alla gravidanza della sorella.
Scenografie ed ambientazioni molto ricercate.

Costumista che non si sa cosa avesse in testa, visto che gli abiti di Becca erano molto simili a quelli della Regina Elisabetta, inoltre la performance di Nicole Kidman è in secondo piano, rispetto alla poca riconoscibilità dovuta agli interventi estetici avvenuti sul suo viso, che rendono quel sorriso difficile da interpretare.
Un film fortemente desiderato da Nicole Kidman e tratto da una piece teatrale di David Lindsay-Abaire.
Molto bello il finale inaspettato, che mostra come l'elaborazione del dolore sia differente e personale ma non una cosa su cui isolarsi, in conferenza stampa infatti Aaron Eckhart ha detto che per prepararsi al ruolo ha visionato parecchi video su Youtube, di persone che avevano da poco perso una persona a loro cara e che accendevano la web cam per parlare, comunicare... questo è il punto in cui il film riesce meglio dimostrare quanto il bisogno di comunicare, parlarne possa diventare liberatorio, anche con l'ultima persona che ti aspetteresti.

martedì 2 novembre 2010

The Woodmans



2010
regia  C. Scott Willis
cast : The woodmans
documentario

Provavo scetticismo nei confronti di questo documentario, invece mi ha piacevolmente stupita, si ricostruisce il percorso artistico, più che personale della fotografa Francesca Woodman, morta suicida prematuramente. Tramite interviste ad amici, parenti e conoscenti si dipinge una cornice che permette allo spettatore di entrare nella mente di francesca oltre che nelle sue fotografie.
Il tono del documentario non si presenta in modo ne indulgente ne accusatorio, inevitabili sono domande rivolte ai genitori e proprio loro sono difficilmente comprensibili, forse ancor più delle foto della figlia; infatti i Woodmans non avevano una carriera artistica florida precedentemente alla morte della figlia, sinceramente io non vedo un talento in entrambi, il padre come racconta ill documentario ha iniziato ad avvicinarsi alla fotografia solo dopo la morte di Francesca, prima dipingeva solo quadri astratti.

L'ambiente in cui Francesca è cresciuta ci aiuta ad immaginare la ricerca di una guida nella sua arte, bellissimi gli estratti tratti dal suo diario personale e i video, difficili da reperire.
La colonna sonora è molto adatta trasmettendo innocenza e allo stesso tempo un tono inquietante

I ragazzi stanno bene - The kids are all right




2010
regia:  Lisa Cholodenko
cast: Mia Wasikowska, Julianne Moore, Annette Bening, Mark Ruffalo, Josh Hutcherson

Pensato come Un prodotto di massa uscira nelle sale a febbraio, la storia di un matrimonio lesbo, i cui figli vanno alla ricerca del loro donatore di sperma, da li inizieranno le incomprensioni.

Una commedia divertente che si assume l'arduo compito di essere un ibrido tra le commedie a tema omo e i lungometraggi impegnati, putroppo questo compito non riesce. Pero' si presenta come un film introduttivo adeguato come base per tentativi di blockbuster più sfrontati con questa tematica.

I punti deboli ci sono, una camera a braccio un po troppo indecisa e timida, la presentazione stereotipata di una binarieta' lesbica tradotta in una mamma con capelli corti e atteggiamenti maschili con un carattere tendente al dominio, l'altra differente e non a caso e' lei che si trovera' di fronte alla tentazione dell'eterosessualita'.
Trovo sbagliato quest'approccio che considera l'orientamento sessuale come qualcosa di intermittente, con una protagonista indecisa su quale partner sessuale preferisca, non parlando di bisessualità.

Secondo me è una pellicola che soffre un po di un femminismo di stampo malsano, visto che il motore dell'azione è affidato assolutamente  a personaggi femminili, il figlio minore e il padre biologico sono travolti dalle decisioni della sorella e della donna; la trovo una posizione sbagliata e discriminatoria, soprattutto perchè non viene data voce a quei personaggi, soprattutto quello di Mark Ruffalo, che si ritrova ad essere etichettato nella stessa categoria di appartenenza, ignorando i cambiamenti e la maturità raggiunta dal suo personaggio; giustificando le sue azioni non più come desiderio, come si fa all'inizio del film ma come amore.
Avrei preferito una proposta pluralista per il finale, soprattutto dalla Cholodenko che si è trovata a scrivere e dirigere un soggetto con forti valenze autobiografiche.
Nonostante tutto è un grande passo per il cinema destinato al grande pubblico, di presentare in un tono differente questo argomento.
Azzeccatissimo il titolo, che esprime il nucleo del film, ovvero il bene per i figli che porta a scelte e cambiamenti personali ed a volte sacrifici.

Salve regina


regia: Laura Bispuri
cast:
un cortometraggio

Entrando mi sono stati consegnati gli occhilini 3D, questo mi ha non poco disorientata ma arrivando in sala la regista ha presentato la sua opera descrivendo questa scelta come qualcosa suggeritole dalla promozione, ma che non avesse la funziona di shoccare.
Sinceramente io la funzione degli occhialini 3D non l'ho proprio capita, non sono stati per nulla sfruttati, anzi forse distoglievano dal significato delicato del cortometraggio. Corto che comprendeva tre personaggi parlanti ovviamente in dialetto, che hanno richiesto necessariamente sottotitoli in italiano, e di questi tre un personaggio era sinceramente incapace di dire la battuta non cadendo nella cantilena.
Il soggetto non mi è ben chiaro, visto che tutto ruota intorno ad una donna corpulenta ed un proprietario della piscina su una sedia a rotelle, che nutre teneri sentimenti per la sua collega. Il rapporto tra i due non è comprensibile, così come non lo è la scena della statua della madonna portata, con l'umiliazione della protagonista.
Nonostante inizialmente si pensi che il protagonista maschile sia mosso da desiderio sessuale, sul finale in realtà si svela tutt'altro.
Un po impreciso visto che non è molto sensato, con scene un po irreali come il signore sulla sedia a rotelle che si butta in acqua da solo e raggiunge la vasca a metà non si sa come; fotograficamente interessante era solamente una scena, sul finale quando i due sono obliqui e paralleli sulle corsie della piscina, creando uno schema di linee interessante e suggestivo, peccato poi che il protagonista venga fatto muovere e si spezza questo idillio di linee simmetriche.

sinceramente non me ne spiego la premiazione.

Quartier lointain

2010
regia Sam Garbarski
cast: Pascal Greggory, Jonathan Zaccaï.

Un raro evento, una produzione europea per la trasposizione cinematografica del manga di Jirō Taniguchi, una favola moderna di un cinquant'enne che torna improvvisamente indietro nel tempo alla sua infanzia, dopo l'angoscia iniziale trova un obbiettivo: impedire al padre di abbandonare la famiglia.
Nonostante io abbia in genere diffidenza verso i film francesi, questo è veramente carino. Nonostante il soggetto non sia nulla di originale, l'umorismo è tagliente e inaspettato, la fotografia è deliziosa, è visibile come sia minuziosamente ricercata soprattutto nell'ambito cromatico dell'accostamento per rafforzare nello spettatore la sensazione di trovarsi negli anni 60's.
Molto carino, senza cadere nella commedia adatta solamente per donne dalla lacrimetta facile, un film che parla di scelte e di come alcune cose si possano comprendere e non recriminare solo con un certo bagaglio di esperienza dietro, come ogni giorno si può essere artefici dell'immediato futuro confermando ciò che si ha oppure partendo.

Burke & Hare



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2010
regia : John Landis
cast:  Simon Pegg, Andy Serkis, Isla Fisher, Jessica Hynes, Tom Wilkinson.

Finalmente John Landis torna alla regia e si cimenta in una commedia nerissima che ha come protagonisti due assassini cult irlandesi. William Burke e William Hare sono l'equivalente irlandese di Jack lo squartatore, assassini realmente esistiti che hanno pensato di uccidere sedici persone, per poi rivenderne il cadavere agli studi medici.

Il cast ha un potenziale di comicità raffinata già dai titoli iniziali: Simon Pegg, Tim Curry e un piccolo cameo di Christopher Lee sono imperdibili, il gusto britannico per la commedia si vede ovunque.
John Landis appena entrato alla conferenza stampa ha iniziato a fotografare tutto il pubblico, rispondendo con battute argute ciniche ed umoristiche; queste caratteristiche sono riscontrabili anche nei suoi film.

Oltre ad essere molto divertente, il film riesce a non indicare nessun cattivo, è impossibile non simpatizzare per i due avidi assassini nonostante ciò che facciano, nessuno avrebbe pensato che il soggetto potesse essere sviluppato come una commedia, addirittura in costume. La parte scenografica è molto suggestiva, Landis dice che è tutto vero sono paesini irlandesi e della Gran Bretagna ancora esistenti, ovviamente hanno cancellato la presenza di pali elettrici ecc.
La colonna sonora è perfetta per l'atmosfera ma moderna, ricorda un folk-punk accomunabile ai Flogging Molly.
Per molti versi la sceneggiatura sembra assurda, paradossalmente sono eventi reali legati alla storia come la presenza di Charles darwin. I personaggi non vengono mai giustificati, nessuno è mostrato come buono o giusto ciò che fanno, si muovono tutti per avidità di denaro, conoscenza, rispetto nell'ambiente lavorativo, senza risparmiare colpi bassi, la bravura di Landis è nel farli amare nel pubblico e rendere ogni azione amorale terribilmente divertente.

Animal kingdom



2010
regia: David Michôd. 
cast: Ben Mendelsohn, Joel Edgerton, Sullivan Stapleton, Luke Ford, Laura Wheelwright e Guy Pearce


Leggendo il paragone con Scorsese, in salsa australiana mi sono catapultata in sala per vedere questo piccolo gioiellino di film dall'oceania.
Nonostante sia stato acclamato ovunque sentissi, io personalmente l'ho trovato sopravvalutato. Il tema della

fedeltà alla famiglia e alla malavita non rende un regista qualcosa di simile a Scorsese.

Il film inizia con Josh (James Frecheville), non ancora maggiorenne con lo sguardo vitreo rivolto verso lo schermo tv, con di fianco la madre morta di overdose; tutto il suo cammino inizia così con una semplice telefonata alla nonna detta Smurf (Jacki Weaver); attrice iconica in Australia. Josh si trasferirà da questa famiglia di sconosciuti, rimanendo inevitabilmente invischiato nei loro affari.

Il film secondo me presenta evidenti incongruenze, date probabilmente dal fatto che il regista l'abbia concepito in un arco di parecchi anni. Inizialmente Josh è un narratore fuori campo che ci introduce, ma subito questa caratteristica sparisce lasciandoci con un personaggio monoespressivo che non riesce a farci capire cosa prova o pensa, ne siamo aiutati dal suo monologo esterno, inoltre è ben poco comprensibile quale sia effettivamente l'attività della famiglia, dal prologo ci si immagina di vedere gli zii in azione in rapine, invece non accade nulla di tutto ciò, in realtà non sappiamo bene in cosa consistano i loro loschi traffici. Questo potrebbe aiutare nell'entrare direttamente in contatto con lo stato di Josh, che si trova nella nostra medesima situazione, ma quest'ultimo mostra sempre inettitudine e inespressività.



Ingiustamente sottovalutata la parte del detective (Guy Pierce) di cui si intravede un'unica scena famigliare decisamente forte, sarebbe stato interessante mostrare un po il personaggio.
Alcune scene come quella del post-processo sono fin troppo ispirate al finale del film The Departed non a caso di Scorsese, per le ambientazioni.


Il film aveva un potenziale, per essere un thriller; che purtroppo non riesce ad essere. Finale un po scontato.


Se a voi è piaciuto mi faccia sapere :)

venerdì 29 ottobre 2010

Winx Club 3D Magica Avventura

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2010
regia : Iginio Straffi


Piccola sorpresa del festival, fuori concorso per la sezione di Alice nella città.
Winx club, torna sul grande schermo dopo il primo episodio passato in sordina, questo secondo capitolo indaga sul raggiungimento dell'indipendenza e della formazione personale delle protagoniste che da ex allieve cercano la loro realizzazione.
Un prodotto interamente italiano, Straffi soprattutto durante la conferenza stampa si è mostrato orgoglioso, forse peccando un po di poca modestia, sulla paternità del progetto Winx, spiegando come si preannunciano grandi cose per queste fatine.
La tecnica 3D muove ancora i primi passi nella produzione italiana, nonostante tutto ciò si rimane piacevolmente colpiti dall'uso sfrontato di questa tecnica, ora così in voga. L'inizio del film colpisce proprio per questo, il 3D diventa un elemento chiave che porta adulti e sicuramente soprattutto i bambini all'interno della canzone di presentazione del gruppo di colorate fatine.
Purtroppo la trama non è molto valida, ma un prodotto come Winx gode di autoreferenzialità. Decisamente interessante la scelta della colonna sonora, moderna e quasi "rock" per essere un cartone animato, ricordando i primi lungometraggi disney dove le canzoni descrivevano le azioni imminenti.

Nonostante il creatore, dia il merito del successo delle Winx ai riferimenti Shakespeariani e mitologici, il dato di fatto è una campagna pubblicitaria a tappeto, che copre il target con ogni oggetto, soddisfando le piccole fan con gadget gratuiti coinvolgendole nel mondo delle fate.
Essendo un prodotto distribuito nel mondo, sono state chieste delucidazioni, riguardo le reazioni dei paesi islamici più conservatori, e per ora la società si astiene dal distribuire lì il prodotto Winx.

Nonostante il film sia destinato ad un pubblico di bambine, trovo sbagliato l'aver approfondito solamente due personaggi Stella e Bloom, lasciando le altre marginali come "le amiche di".
Ha fatto un po discutere la segnalazione del film come lungometraggio di interesse socioculturale.

Last Night

2010
regia: Massy Tadjedin
Cast: Keira Knightley, Sam Worthington, Eva Mendes, Guillaume Canet

Una giovane coppia, una festa, una notte lontani. Ecco l'inizio di Last Night scritto e diretto dalla regista emergente Massy Tadjedin. Il film ha aperto il concorso del Festival de cinema di Roma 2010, la proiezione ufficiale, ha subito ritardi, causa il giusto sciopero degli autori; appoggiato anche dall'intero cast del film.
Durante la proiezione stampa si respirava un clima decisamente più rilassato; peccato che il film ha riscosso molti commenti contrari. Il finale ha destato un mormorio consistente, cosa rara ad un festival, dove si elargiscono applausi anche per prodotti mediocri.
Purtroppo Last Night ha molti ostacoli da superare per farsi amare, il soggetto ricorda tanti, forse troppi film sull'incomprensione matrimoniale; dal pregevole Closer fino al cinema di Muccino. Sostanzialmente il soggetto non ha una vita propria, infatti non è possibile collocare un inizio, uno svolgimento e una fine; si ha l'impressione come se l'ora e mezza passata davanti al grande schermo non abbia portato da nessuna parte, per nessun motivo.
La fotografia è poco curata, il soggetto poco sviluppato, i personaggi sembrano ricalcati su stereotipi : la moglie di classe, la collega tentatrice e sfrontata, il francese romantico e il marito farfallone. Questi sono ostacoli che rendono il film un mezzo difficile per approcciare lo spettatore, che percepisce tutto ciò in modo freddo ed impersonale. Altra nota negativa è il finale; la libera interpretazione è spesso la scelta prediletta dai sognatori, ma soprattutto da chi non ha idee oppure non vuole prendere una posizione che potrebbe inevitabilmente dividere il pubblico.
Come è emerso durante la conferenza stampa, Massy Tadjedin e Keira Knightley, precedentemente a questo film erano già legate da un rapporto di amicizia, ciò nonostante la Knightley inizialmente non aveva accettato questo copione, causa un periodo di riposo e poi la sensazione di essere troppo giovane per interpretare la parte di Joanna.

In effetti Keira Knightley è decisamente troppo giovane per un ruolo del genere, è strano immaginare la routine a volte claustrofobica creatasi in un matrimonio così giovane, tra ragazzi al pieno delle loro vite ed aspirazioni; questo coinvolge uno dei temi trattati dal film, ovvero l'autorealizzazione. Il lavoro è un argomento molto importante per il personaggio di Joanna, la gestazione del suo primo libro ha un senso simbolico per nulla sfruttato ne approfondito. La regista punta sull'indagine della mimica facciale, racconta come siano stati girati in un primo tempo i primi piani e solo dopo i campi lunghi. L'intento del film era quello di mettere in tavola un discorso riguardante il tradimento, se fosse peggiore quello fisico o quello mentale, in realtà dal film sembra sollevare il dilemma se il tradimento abbia il sesso femminile o maschile; è possibile vedere lo sguardo femminile un po troppo fazioso.
L'intento del film era di creare una tensione nello spettatore, tentando di anticipare la decisione presa dai personaggi, peccato che tutto ciò non riesca.

Durante la conferenza stampa è stato accomunato l'inizio ad Eyes wide shut, una coppia sposata che si veste per andare ad una festa.
Il luogo chiave del film sembra essere la cucina, come punto di svolta di conoscenza di se stessi e dei propri sentimenti, ingiustamente non sviluppato il personaggio di Andy, così come il lavoro e il libro di Joanna che causano in lei una pressione molto forte.
Scontatissima la scelta di Eva Mendes nella solita parte.
Complessa la comprensione in lingua originale avendo attori con accento britannico, portoricano, francese e australiano.
Il film non è riuscito per troppi ostacoli e la caduta in luoghi comuni.

lunedì 6 settembre 2010

Scene esclusive da Machete

Uscito di recente nelle sale statunitensi Machete ha l'arduo compito anche di risollevare carriere cinematografiche non più floride come quella della Lohan o di Jessica Alba
Da queste preview si evince già che le mie aspettative su questo film non verranno deluse... un bel B movie sotto molti aspetti ma fatto da un regista vero.

Girls di Nic Kelman

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Preso per caso e per curiosità Girls a tratti l'ho amato a tratti l'ho trovato totalmente inutile.
E' come un puzzle di esperienze maschili con i loro desideri che a volte si realizzano, altre volte rimangono solamente nella loro mente.
Unire questi flash è compito dell'Iliade che viene citata spesso in modo gratuito. Punto ricorrente di questi flash sembra essere la giovinezza del corpo femminile, l'illegalità dell'innocenza.

In alcune frasi, Kelman mi ha trasmesso lo stesso mood tipico di Palahniuk, peccato che le frasi non sono molte... e poche frasi non fanno di un libro; un bel libro.

Non è un libro innovativo ne geniale, a volte sembrano stralci di articoli di giornale... ma è abbastanza diretto e concentrato (in alcune storie), mi fa sorridere la reazione diametralmente opposta a questo libro tra donne e uomini... ho letto parole come "indecente" "scandalizzata" "storie di vecchi porci",  io sono contraria a giudicare un libro bello o meno secondo la trama... che poi diciamolo i romanzetti per signora sono molto più volgari e squallidi di questo libro.

Non è raccontata nessuna pratica sessuale sconosciuta ai più, questo lo rende poco originale... in genere per confessioni ci si aspettato qualcosa che ci sorprenda veramente, che ci incuriosisca e ci metta a confronto con "io cosa farei al suo posto?" .

 Alcune parti sono noiose, altre inutili, ma alcune frasi hanno carattere e riescono a creare un'atmosfera.
Nonostante scriva di pratiche diametralmente opposte al senso di sessualità come la pedofilia il libro riesce a trasmettere alle parole una certa sensualità.

domenica 5 settembre 2010

Welcome to the Factory

Perchè?
Non ho intenzione di intasare il web con mille blog, ma il cinema è la mia passione oltre ad esserne la principale materia di studio in tutte le sue fasi, mi sono calata come colei che è davanti la macchina da presa, e colei che ne sta dietro oppure chi giudica il prodotto ultimato.
Sentivo il bisogno di una certa libertà espressiva che non poteva avere giusto sfogo su un blog personale, lì davo mie opinioni sui film ma spesso erano colloquiali.
Qui voglio dare spazio alle mie opinioni su film, cinema, tutto ciò che lo riguarda e lasciare un piccolo spazio a opinioni molto alla buona su libri che ho letto e che consiglio oppure no... così come se ne chiedereste l'opinione ad un'amica.

Non mi piacciono i blog di cinema che ne parlano in maniera troppo ermetica, anche io sono a conoscenza di termini, filosofi, teorici che fanno effetto... ma sarebbe per pochissime persone, solo gli "addetti ai lavori" invece con questo blog vorrei poter dire la mia opinione su più livelli, perchè credo che anche la cosa più complessa possa essere spiegata in modo semplice ed essere appresa da chi la ignorava.

Perchè il Factory?
ovviamente perchè amo Warhol
ovviamente perchè ho una visione smitizzata dell'arte nel nostro tempo
Non vedo il cinema come arte assoluta, un film non è un quadro che lo si vende ad un'unica persona ma un prodotto commerciale con valenza artistica.

Un film "artistico" ma non visto da nessuno non esisterebbe, il cinema è nato come intrattenimento popolare nelle città industriali e la sua bellezza secondo me sta nell'ibrido compito che riveste, unire l'industria con aspirazioni artistica.

poi di blog che iniziano per :
-cine
-recensioni
-film
ce ne sono già troppi
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