giovedì 27 ottobre 2011

recensione Hysteria

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Hysteria inizia con un cambio di programma e di sala, organizzazione a singhiozzo si fa sempre notare.

La sala spartana non da giustizia a Hysteria, la trama lascia presagire un dramma inglese sui metodi curativi delle patologie psichiche, leggendo il programma si pensa ad un dramma introspettivo in costume, con dilemmi sull'etica ed il confine della sperimentazione medica; in realtà Hysteria non e' nulla del genere.


All'anteprima stampa alle donne viene donato un sacchettino rosa con una targhetta che riporta il nome del film e sul retro "vibranti emozioni", a tutte le donne spettatrici viene regalato un vibratore da borsetta, la sessualità femminile e' presa con molta ironia, tutte le donne me compresa appena comprendono cosa contenga il sacchetto sorridono, con un poco d'imbarazzo quel tanto che basta per non apparire sfacciata.

Da qui si capisce il punto di vista del film, una commedia perfettamente affine con il tagliente umorismo inglese che ripercorre fatti storici e scoperte mediche di fine ottocento con un'ironia contemporanea.

Tratta la storia della rivoluzione medica di fine ottocento dalla scoperta dei germi all'ossessione per le patologie mentali. L'invisibile ha un ruolo proprio nel film si parla di ideologie come quella socialista, di germi, di effetti collaterali, di malattie psichiche, di indipendenza femminile e di libertà intellettuale.

Il film utilizza gli schemi della commedia per presentare al pubblico problemi spesso poco affrontati, il risultato e' un film che scivola velocemente in modo divertente verso la fine condito ovviamente con piccole scelte puramente intrattenitive.

Rupert Everette per una volta non interpreta lo spigliato amico gay dell'adorabile protagonista ma e' un ricco scapolo amante dell'opulenza e della meccanica, ovviamente molto eccentrico per scelte e gusti che non disdegna la compagnia di personaggi ritenuti abietti dalla collettività.

Il film e' diretto da una donna con una crew quasi completamente al femminile, nomi rosa sulla carta non portano per forza a risultati visibili ma in questo caso un team al femminile ha dato un punto di vista nuovo ed un nuovo tipo d'umorismo alla sessualità femminile.

Un film davvero divertente e frizzante che durante i titoli di coda percorre la storia dei vibratori femminili, insomma... Girl power!




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