2006
cast: Dries Van Hegen, Norman Baert, Gunter Lamoot, Sam Louwyck.
regia: Koen Mortier
Molti critici hanno apostrofato questo film belga come un'opera punk, non sono d'accordo.
Il film parla di uno scrittore famoso che decide di accettare l'invito come batterista in una band: la band è formata da tre membri, ognuno con una disabilità Keon ha problemi di pronuncia e prova un odio profondo verso le donne che spesso stupra e malmena, Jan è il bassista ha un braccio paralizzato per via di uno shock poi c'è Ivan il chitarrista che dice di essere sordo. Questa premessa sembrerebbe il plot perfetto per una commedia demenziale, questo film invece ha aspirazioni differenti.
L'atmosfera iniziale del film è molto piacevole, ricorda il degrado grigio dell'ambiente anglosassone visto in Trainspotting o This is England la narrazione inizia con la parte migliore del film ovvero la sceneggiatura, la matrice letteraria del film (la sceneggiatura è curata da Brusselmans, autore del libro da cui è tratta) è solida anche se non troppo chiara.
L'uso del carrello per le riprese sembra bandito, alcune sono talmente traballanti che neppure un video delle vacanze di famiglia è così sciatto; la presentazione filmica dei personaggi però è interessante perchè i tre disadattati sono ripresi sempre in modo tale che l'inquadratura sia divisa a metà, probabilmente per sottolinearne lo stato borderline. Il degrado dei personaggi è emotivo e morale, ma reso materiale dai loro logori vestiti come dalle loro abitazioni che sembrano abbandonate da anni totalmente opposta è la casa dello scrittore moderna e lussuosamente minimal.
In alcuni momenti il film appare molto ridicolo, perchè i protagonsti assumono atteggiamenti tipici dell'età adolescenziale con vestiti da ribelle-stereotipato quali il chiodo di pelle e il look da skin, oppure il contrasto generazionale nel tentativo di prevaricare i genitori, il contrasto con l'altro sesso, le prove della propria band in uno scantinato o l'abuso di droghe.
Le scene di Big Dick sono ridicole, nel film si allude abbia questo soprannome grazie al suo fallo di 50 centimetri, le scene del concerto dove un cinquantenne si atteggia da rockstar sono patetiche così come la scena dove mostra il motivo del suo nome, che mostrano tratti parodici degni di Scary movie.
Uno degli intenti del film è nel metterci nei panni dello scrittore interrogandoci riguardo il dolore collettivo, il protagonista ne ripudia l'esistenza; in realtà questo film non provoca nessuna domanda o risposta a riguardo, il risultato è grottesco non è violenza gratuita ma solo uno scimmiottare comportamenti violenti di cronaca o storici, come vestire colui che odia le donne con una testa rasata, rendere gay il personaggio con un forte conflitto con la madre in seguito ad uno shock essendo sorpreso nell'atto masturbatorio. Il sesso infatti è mostrato come un elemento debilitante per Jan o come caratteristica positiva e di rispetto per Big Dick; secondo me non c'è alcuna intenzione critica nel mostrare questi stereotipi, ma la convinzione di mostrare soggetti atipici; lo scrittore è mostrato come sano ed è l'unico che ha un rapporto di complicità con l'altro sesso e non conflittuale. In modo intrinseco il messaggio che involontariamente manda il film è una divisione netta tra giusto e sbagliato; il giusto è incarnato dai personaggi finali, una soluzione semplicistica per dare un "perchè" a meccanismi distruttivi e sociali molto più complessi.
Keon è il personaggio più interessate è l'emblema del sangue, della violenza e della voglia di supremazia, peccato il look troppo scontato che richiama lo stile skin, dai più collegato con il movimento nazi-skin. La parte interessante del suo personaggio sono le sue riprese in solitario, è capovolto con i piedi piantati nel soffitto, modo in cui sono realmente state girate le sue scene.
La colonna sonora è la parte migliore del film molto molto bella.







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